C’era aria di ultimo giorno di scuola, ieri sera al campo sportivo, ed era abbastanza normale, visto che l’ultimo impegno stagionale della squadra di Terza Categoria era solo una formalità poiché sia noi che i nostri avversari (il Fossolo di mister Luca Babini) eravamo già fuori dai giochi nel memorial “Vitali”. Alla fine, i romagnoli (primi classificati nel loro girone di campionato) hanno vinto 2-0 ma la partita è diventata un’ottima occasione per il commiato di due capitani coraggiosi, per cui ci sembra giusto trascurare la partita e…
Era la primavera del 1990 quando montai all’ultimo momento su un pullman che portava una squadra del C.S.C. Marradese ad Avez, amena località nel sud della Francia, per partecipare ad un torneo giovanile. In realtà salii su quel pullman principalmente perché alla trasferta partecipava una ragazza che mi interessava, ma in qualche modo posso considerare quell’avventura come la mia prima esperienza da “dirigente”. Tra i dodicenni partecipanti a quel viaggio c’erano anche Caccia e Cipo: questo ricordo è riaffiorato ieri sera, quando i due mi hanno invitato a partecipare a un piccolo brindisi per il loro saluto al calcio giocato. Da quella primavera sono passati ventisette anni (praticamente una vita), in gran parte trascorsi a calpestare l’erba del nostro “Nannini”. Ventisette anni in cui i due hanno vissuto un po’ di tutto: l’allegria del settore giovanile, le prime partite tra i grandi, campionati anonimi e retrocessioni ma anche momenti esaltanti e scolpiti nella piccola storia del calcio marradese come la vittoria del campionato di Seconda Categoria e la conseguente avventura in Prima. Per un vecchio sentimentale come me, però, è stato bellissimo ritrovarli ancora in campo alla soglia degli “anta” a fare da chioccia e traino per i più giovani, portando pure un grosso contributo in campo (la partita di Caccia nel fango contro il Borgo Tuliero, per esempio, è stata commovente).
Va beh, c’è poco da dire: crescono gli anni, crescono gli impegni, crescono le famiglie ed è naturale che arrivi il momento di appendere le scarpe al fatidico chiodo. Mettiamola così: perderemo anticipi sontuosi e uscite dalla difesa a testa alta, colpi di testa rasoterra e corse sfrenate a recuperare palloni vaganti, ma acquisteremo due grandi rinforzi fuori dal campo per mantenere vive le nostre attività: lo spero e – conoscendo il loro spessore e la loro passione – ne sono certo. Anche perché ci sono dei piccoli Visani e Catani da mettere in campo e così proseguire la storia…
P.S. Siete curiosi di sapere com’è poi andata a finire con la ragazza del pullman, vero? Alla fine ha dovuto occuparsi anche lei – in qualche modo – di sport in questi ventisette anni (in particolare negli ultimi sette) ma questa è tutta un’altra storia perché oggi si parlava di Caccia, di Cipo e di quella passionaccia chiamata calcio.
(Andrea Badiali)